PUNTA DI VEGLIASCO (o MONTE PISCIAVINO) – 596 m
MONTE BIGNONE – 520 m

Settore: Alpi Liguri
Gruppo: Nodo del Monte Saccarello

Descrizione

Si tratta di due cime poste a poca distanza l’una dall’altra, lungo il contrafforte che delimita a nord la baia di Alassio e la separa dalla Val Lerrone e dalla Piana di Albenga.
La Punta di Vegliasco (596 m; detta anche Monte Pisciavino) è la più alta delle due, ed è il punto più elevato dell’arco di monti che delimita la baia di Alassio e Laigueglia. Ha l’aspetto di un ampio cupolone sormontato da ripetitori. Il versante nord è piuttosto ripido, in parte dirupato, coperto da folte boscaglie. Il versante sud, rivolto verso il mare, è più dolce, e alle quote più basse è terrazzato, occupato dai coltivi e dalle villette che sovrastano la cittadina di Alassio.
La vetta è un ampio costone quasi pianeggiante, in cui il punto più alto si trova all’estremità settentrionale. Il costone si allunga verso sud-ovest, fino ad un dosso chiamato Poggio Scofferi (589 m), che sovrasta il paese di Vegliasco. L’area sommitale è in gran parte coperta dagli arbusti della macchia mediterranea, che, insieme ai ripetitori e alle loro recinzioni, rendono il panorama un po’ frammentario. Si hanno comunque suggestivi scorci sul mare, sulla Valle Arroscia e sulle Alpi Liguri.
Il toponimo “Pisciavino” deriva forse dal colore delle acque ruscellanti che scendono dal monte dopo forti piogge: esse assumerebbero un colore rossiccio a causa dei suoli rossastri che si trovano nell’area sommitale. Secondo altri, si riferirebbe invece alla coltura della vite, che un tempo doveva essere più sviluppata di adesso.

La Punta di Vegliasco vista da est
La Punta di Vegliasco vista da est (17 dicembre 2017)

Oltre la piccola vetta intermedia del Monte Castellaro (515 m) si eleva il Monte Bignone (520 m), da non confondere con il suo più noto omonimo che sovrasta Sanremo. È l’ultima cima del detto contrafforte, ed è anche la più frequentata, visto l’ambiente più integro rispetto alla Punta di Vegliasco. Non ha forme particolarmente appariscenti, ma è ben visibile da entrambe le città, e il suo versante orientale si immerge direttamente in mare di fronte alla piccola Isola Gallinara. La piccola montagna è in gran parte intagliata in rocce quarzitiche dal colore bianco, che emergono a tratti dai suoi versanti a formare piccoli dirupi dalle forme curiose; per il resto i versanti sono coperti da macchia mediterranea arbustiva, cresciuta rigogliosa dopo un terribile incendio di qualche anno fa.
L’area sommitale è abbastanza ampia, allungata da ovest verso est, e si compone di due cocuzzoli poco marcati. Quello occidentale, più esile, è il punto più elevato della montagna; quello orientale è più largo, proteso verso il mare, ed è occupato da due piccoli ruderi; qui si trova anche la croce di vetta. Dal Monte Bignone il panorama è vastissimo, e spazia su tutta la Riviera Ligure, su tutte le cime più importanti delle Alpi Liguri e sull’Appennino Ligure; bellissime anche le viste aeree sulla Piana di Albenga, su Alassio e sull’isola Gallinara. Nelle giornate limpide si scorgono le Apuane e l’Appennino Tosco-Emiliano, e si vede gran parte della Corsica che si staglia sull’orizzonte.

Vie d’accesso

  1. Anello da Albenga al Monte Bignone
  2. Punta di Vegliasco da Alassio
La Piana di Albenga vista da sud; sul lato opposto si eleva il massiccio del Monte Bignone e della Punta di Vegliasco (22 settembre 2016)

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